La storia dell'Aglio

L’Aglio è una pianta coltivata oggi in tutti i continenti, e vi sono documenti che ne testimoniano l’uso da secoli; ed è nota principalmente per il suo uso culinario. Ipocrate, Aristotele e Plinio ne menzionarono i numerosi impieghi terapeutici. Viene citato frequentemente nella medicina egiziana, cinese e ayurvetica. L’Aglio è stato oggetto di numerosi studi farmacologici e clinici anche negli anni recenti.

La nostra Azienda

Iscritta al Consorzio dell’aglio, (Consorzio Produttori Aglio di Voghiera, che vanta della Denominazione di Origine Protetta D.O.P), la nostra azienda ha intrapreso la coltivazione dell’Aglio, sei anni fa circa. Malgrado questa cultura sia faticosa, gli eredi, hanno comunque deciso di reintrodurre la sua produzione, che va dai 5 ai 6 ettari all’anno. La nostra azienda, come da tradizione, ha suddiviso la raccolta in due tipi: meccanica e manuale. Un macchinario alza il terreno, e manualmente si stacca il bulbo. Quest’ultimo viene sterrato, poi adagiato ancora una volta sul terreno e lo si lascia essiccare per due o tre giorni. Al terzo giorno, si comincia a raccogliere i “mazzi”. Una volta raccolto il mazzo, lo si porta ad essiccare su delle pallets staccate da terra, con una distanza di 50/60 cm da terra, in modo che si garantisca un riciclo di aria. Cosi facendo, si lascia il prodotto, asciugare in maniera naturale per la durata di venti giorni. Questa fase, avviene all’inizio del mese di Luglio.

Il nostro Aglio

Nel territorio di Voghiera, viene coltivato oltre il 50% dell’aglio del territorio Ferrarese. Il prodotto presenta una pezzatura ottima ed omogenea. Come azienda, siamo fieri di far parte di un territorio, che grazie alle sue caratteristiche, è in grado di mantenere un equilibrio tra aromaticità e qualità, Infatti, il terreno si presenta leggero con sabbie di origine fluviale, argilloso e limoso. È proprio questo che aiuta a mantenere intatte le caratteristiche organolettiche dell’Aglio di Voghiera, il nostro Aglio.

· GROSSA PEZZATURA
· FORMA ROTONDEGGIANTE
· SAPORE DELICATO
· SPICCHI GRANDI

Uniforme è il colore bianco luminoso, che raramente si presenta striato di rosa. Il bulbo dell’Aglio invece, è di grossa pezzatura ed ha una forma rotondeggiante. E’ leggermente appiattita nel punto in cui si inserisce l’apparato radicale. Pochi ma grandi spicchi regolari, ne formano la cosiddetta “Corona”. Gli spicchi o bulbi, sono uniti e ben compatti tra loro, e sono avvolti da sottili tuniche bianche o striate di rosa con una tipica curvatura esterna. Il sapore invece non è mai troppo acre con note gentili, ed il suo aroma è caratterizzato dall’abbondante presenza di allucina, un potente battericida che si sviluppa al momento dello schiacciamento o del taglio degli spicchi.

Curiosità: come viene coltivato l'Aglio di Voghiera DOP

La produzione dell’Aglio, interessa i comuni di Voghiera, Masi Torello, Portomaggiore, Argenta e Ferrara che sono situati nella provincia di Ferrara, nella Regione Emilia Romagna. Le sue particolari caratteristiche, sono il risultato della conformazione dei terreni argillosi e limosi in cui viene coltivato. Il bulbo dell’Aglio di Voghiera, è costituito da un numero variabile di bulbi compatti fra loro e con curvatura della parte esterna. L’Aglio è una pianta perenne e bulbosa, ma che viene coltivata come pianta annuale, anche se è una coltura da rinnovo. La rotazione deve essere almeno di quattro anni, con colture cerealicole. La preparazione del terreno avviene attraverso l’aratura, con una profondità che oscilla tra i 40 e 50 cm. Solitamente, l’aratura estiva, viene seguita da una fresatura, che a sua volta è seguita dalla concimazione. Il terreno deve essere livellato e ben frantumato, perché questo consentirà poi un adeguato scolo delle acque. Il ciclo di coltivazione è annuale; la semina avviene in autunno. La riproduzione del bulbo avviene per via vegetativa. Questo deve essere privo di patogeni, non che di qualsiasi microferita. Deve provenire da un bulbo dell’anno in cui sono ben evidenti i bulbilli. Il bulbo della sgranatura deve essere riscaldato con termoconvettore di aria calda, per un periodo che va dalle 8 alle 10 ore con lo scopo di eliminare l’umidità. Il bulbillo, deve presentare uniformità di pezzatura oltre che di colore. Deve essere anche turgido e carnoso. Viene selezionata, manualmente, la quota di prodotto necessaria, per produrre il “SEME”.

Le fasi per l’ottenimento del materiale da seminare prevedono:
· Selezione manuale dei bulbi detti anche teste, dai mazzi di aglio della partita destinata alla semina
· Eliminazione manuale dei bulbilli esterni al bulbo detti “denti
· Schiacciamento dei Bulbi che può avvenire manualmente o meccanicamente
· Eliminazione, tramite ventilazione ed asporto manuale delle tuniche esterne e dell’apparato radicale

Ha un apparato radicale superficiale per cui bisogna stare attenti. La semina ha una finestra temporale che va dal 15 settembre fino al 30 novembre. La profondità minima dei bulbilli deve essere di 6 cm, mentre la distanza fra le fila, va da un minimo di 20 cm ad un massimo di 50 cm, per quanto riguarda fila la distanza deve essere di 8 cm. Bisogna fare attenzione al posizionamento delle piante, poiché questo deve essere fatto in modo da evitare lo scalzamento delle radici durante l’inverno o una moria per asfissia radicale, ma deve anche consentire l’agevolazione delle operazioni colturali, in particolare la sarchiatura meccanica. La quantità di seme da impiegare, varia a seconda della dimensione dei bulbilli, ed è compresa fra 600 e 1300 kg/ettaro. Nella concimazione, vanno distribuiti al massimo 150Kg/ha. L’azoto, può essere distribuito in più interventi, o in uno solo. Se si usano concimi a lenta concessione, questi non deve superare i 150 kg/ha. Ma sono ammesse anche le concimazioni fogliari per l’apporto di macro e microelementi. La distribuzione dell’acqua irrigua, deve essere uniforme. Non deve, però, provocare ristagno idrico in campo. Fondamentale è l’apporto di acqua nella fase dell’ingrossamento del bulbo, quando vi è una scarsa piovosità. Quindici giorni prima della raccolta, l’irrigazione alla cultura deve essere interrotta. Questo permette una migliore maturazione del bulbo e non ne compromette la conservazione. La raccolta dell’aglio di Voghiera, avviene dal 10 giugno sino al 31 del mese di luglio. L’estirpazione o raccolta del prodotto, può avvenire completamente in maniera manuale, o con l’ausilio di macchine agevolatrici.

Perché l'aglio fa bene alla nostra salute

Negli ultimi anni le ricerche si sono concentrate sullo studio dei benefici dell’Aglio, e sono arrivate alla conclusione che questo alimento è più salutare di quanto possiamo immaginare; inoltre è molto economico ed è quindi facile averne un po’ in cucina. L’aglio crudo, ha proprietà antisettiche e depurative, grazie ad un suo componente conosciuto come allicina che agisce contro migliaia di virus e batteri. Questo alimento, è uno de gli antibiotici più potenti che esistano in natura. E’ altamente efficace contro molti microrganismi. Le sue proprietà antibiotiche sono potenti quanto quelle della penicillina. L’Aglio, ha un ampio raggio d’azione sul nostro organismo, in quanto è un’antiossidante, fortifica il nostro sistema immunitario e migliora le nostre funzioni cardiovascolari. E’ anche ricco di vitamine A-B1-B2-C; ed è ottimo per combattere l’anemia, controllare l’obesità, depurare il fegato, migliora il sistema nervoso e stimola la digestione.

Assumere aglio crudo

Reni e vescica beneficiano anch’essi del gli effetti dell’Aglio, ma questo deve essere assunto crudo. Siamo abituati a cuocere l’aglio, ma così facendo, l’alimento perde fino al 90% delle sue proprietà. Per essere certi di godere al 100% dei suoi benefici, è necessario assumerlo crudo. Molti studi in effetti, hanno dimostrato che la sua consumazione cruda ogni giorno, dimezza il rischio di cancro allo stomaco e riduce di due terzi il rischio di cancro al colon-retto. Anche la pelle ne trae giovamento, in quanto le sue proprietà antiossidanti aiutano a riparare i tessuti della pelle.

Fior d'Aglio

Il logo del nostro marchio, Fior d’Aglio, vuole contenere all’interno del nome l’impronta della nostra famiglia, e nell’immagine la storia del nostro paese: Voghiera. Il nome è composto da Fior che ricordano le prime quattro lettere del cognome della famiglia Fioresi e anche dal soprannome del primogenito da ragazzo…Fiore. L’immagine del logo che ha come sfondo un campo d’aglio, contiene la Bifora, una particolarità del Castello del Belriguardo un cimelio storico di Voghiera. Il castello, fu voluto dal marchese Niccolò III d’Este, che adibì il Belriguardo a residenza estiva di tutta la corte estense non che villa di rappresentanza. La sua prima pietra venne posata nel lontano 1435. Tuttavia, il castello continuò a subire modifiche nella sua struttura nel corso degli anni, voluti dai successori del marchese. Tra i personaggi più noti che vi soggiornarono, ci fu Lucrezia Borgia, una delle figure femminili più controverse del rinascimento italiano. La particolarità de Castello Del Belriguardo, risiede nel suo ingresso, il quale si presenta stretto, con il primo cortile porticato su tre lati ed il secondo su quattro lati. È la pianta di una villa greco orientale, eretta secondo il gusto tardo medievale. La Bifora è una delle sei maestose finestre che si notano entrando nella prima Corte del castello, che calorosamente vi invitiamo a visitare.

Affidiamo le lavorazioni allo Chef-Service di Piraccini Massimo e Rossi Lorella, un’azienda con rinomata esperienza nel campo della gastronomia biologica. La nostra scelta nasce dal desiderio di dare un valore aggiuntivo ai nostro prodotti trasformati, in modo che i nostri clienti abbiano la possibilità e la certezza di portare in tavola un alimento al 100% genuino.